IL DESERTO DEI TARTARI
LA FORTEZZA – Momento unico per tre attori soli
drammaturgia e adattamento di Massimo Roberto Beato
regia Jacopo Bezzi
con Massimo Roberto Beato, Tommaso Paolucci, Francesco Terranegra
musiche originali Giorgio Stefanori
aiuto regia Federico Malvaldi
assistente alla regia Davide Mario Lo Presti
organizzazione Ferrante Cavazzuti
ufficio stampa Maresa Palmacci
Foto e grafica Manuela Giusto
In scena a Napoli presso Galleria Toledo - teatro stabile di innovazione, il 27 e 28
aprile 2023, dopo il successo di critica e pubblico della stagione scorsa, Massimo
Roberto Beato cura l’adattamento della vicenda, ideata da Dino Buzzati, del
maggiore Giovanni Drogo rievocata nella stanza della locanda dove egli è giunto,
malato, costretto suo malgrado, a lasciare la Fortezza sotto assedio.
Nella regia di Jacopo Bezzi, Drogo, seduto su una poltrona mentre osserva fuori
dalla finestra la sera e la notte incombente, in quest’ultimo atto di lucidità che
precede la sua morte – e che egli vive come la sua “vera battaglia” – procede a
ritroso con la mente per approdare a vari momenti della sua vita e domandarsi se
essa poteva o doveva essere vissuta diversamente.
Il protagonista è lui, il Tenente Giovanni Drogo, neodiplomato all’Accademia Reale,
pronto a prendere servizio alla Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si
agitano in lui sentimenti contrastanti: la pena di lasciare la casa materna, la vita
comoda della città e la sensazione che grandi eventi lo stiano aspettando. Una
volta giunto però, una nuova indistinta malattia si impossessa lentamente di lui: è
l’effetto della malìa esercitata dal deserto che si intravvede dalla Ridotta Nuova al
confine con il nord, e dell’infinita attesa dei Tartari, popolo misterioso e leggendario
che potrebbe attaccare da un momento all’altro, immortalando gli abitanti della
Fortezza in un destino di gloria.
Primo capitolo della “Trilogia degli sconfitti” – progetto di ricerca triennale a cura de
“La Compagnia dei Masnadieri” – Il Deserto dei Tartari offre l’occasione, attraverso
il personaggio di Drogo, di riflettere sul destino degli ‘anti-soggetti’, coloro che
seppur incapaci di adattarsi a un mondo di cui non comprendono le regole, sono
tuttavia destinati a viverci. Più o meno consapevoli di essere l’incarnazione di una
cultura minoritaria e inesorabilmente condannati al fallimento quando tentano di
opporsi all’arbitrarietà e inconsistenza della vita, questi personaggi riescono a
realizzare il proprio destino nel momento in cui accettano di combattere, fino in
fondo, la battaglia degli sconfitti: consci delle circostanze date essi ingaggiano,
infatti, una costante lotta interiore, dagli esiti incerti, per tradurre in atti consapevoli
gli ideali superiori di cui sono portatori.
Il deserto dei Tartari è una riflessione infinitamente malinconica sul tempo che
scorre inesorabile, senza che l’uomo ne abbia percezione nel suo distillare goccia
dopo goccia la vita. In un luogo grigio e placido come la Fortezza Bastiani,
sorvegliando l’immobile deserto dal quale un giorno o l’altro potrebbero spuntare i
temuti Tartari, il tempo sembra non passare mai e il tenente Drogo appena
ventenne, ritiene una punizione l’essere stato assegnato di guardia in un posto così
ostile. Solo il rapporto sempre più simile, forse, ad un’amicizia con il suo superiore,
il capitano Ortiz (interpretato da Massimo Roberto Beato) lo consola dai giorni
sempre più simili tra di loro, fino a quando finalmente qualcosa si muove.
Nella regia di Jacopo Bezzi c’è un’impostazione ben precisa nel gestire la
prossemica fra gli attori, nel forgiarli in un corpo che diventa per prima cosa
strumento drammaturgico e anche scenografico. I tre sono distintamente
caratterizzati, accomunati solo dai movimenti cadenzati, quasi fossero soldatini a
carica o marionette, imbrigliati nel codice militaresco che impone rigidità e fissità
nei movimenti così come nelle parole. L’andamento dei dialoghi segue una
modulazione ben delineata, scandendo ogni episodio della vicenda con l’ausilio di
fermo immagine accompagnati dalle musiche originali di Giorgio Stefanori.
ORARI
infrasettimanale ore 20.30
domenica ore 18.00
BIGLIETTI
18€ intero
15€ ridotto convenzionati / over 65
12€ ridotto under 30 e carta Feltrinelli/Ubik