A FUOCO!

 

 

Sguardo ravvicinato su KAMAL ALJAFARI. 
Maestro del cinema sperimentale palestinese.

7 e 8 maggio 2024 – GALLERIA TOLEDO – NAPOLI



“Fino a che punto la materialità concreta e il valore simbolico di un’immagine possono diventare una astrazione o, meglio ancora, uno spettro? La domanda evoca problemi sia estetici che etici che, nel cinema di Kamal Aljafari, convergono verso un territorio tanto reale quanto astratto e fantasmagorico: la Palestina. Mentre il cinema di Aljafari nasce dall'osservazione di una vita quotidiana che non solo coesiste al suo interno, ma abita la rovina stessa, egli trasforma successivamente queste immagini in scie, echi, macchie, sfocature e, nei suoi film recenti più radicali, pixel incapaci di catturare le nozioni di vero. L’arte di trasformare la straziante materialità dei muri rotti e delle terrazze distrutte di un territorio invaso in un’immaterialità disincarnata è l’arte di riconfigurare la Palestina come nazione, che attraverso immagini in movimento alla fine supera le forze che imprigionano e distruggono quello spazio. Un atto di sfida. Nel cinema di Aljafari la Palestina diventa un’ombra che corre più veloce del corpo da cui emana

 

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Tra frammenti di ricordi e immagini di un popolo oppresso dalle insegne della cancellazione, il cinema di Kamal Aljafari presenta capitoli di una storia incompiuta, personale e comunitaria allo stesso tempo. Il regista e artista palestinese, nato nella città di Ramla, nel 1972, e residente da anni in Germania, ha creato una filmografia poetica segnata dall'inquietudine, escogitando un'elaborata messa in scena con diverse modalità di resistenza contro i tentativi sistematici di distruggere i soggetti, i luoghi e il campo simbolico che attestano l’esistenza palestinese. Nel corso della sua quasi ventennale carriera, il cineasta ha intrapreso un'indagine approfondita sulle forme e sulla politica delle immagini nei loro giochi di potere, su ciò che si vede e ciò che è stato reso invisibile, tra rovine materiali e della memoria, manipolate in sala di montaggio

 

 

7 MAGGIO 2024 – ORE 19:00

The Roof
2006, 61’

Un ritratto della famiglia di Aljafari, tra Ramleh e Jaffa, a cavallo tra documentario e diario cinematografico. Uno sguardo agile si muove con calma, ma incessantemente, nelle stanze di case abitate, danneggiate e in rovina.
Il titolo si riferisce al tetto mancante della casa in cui la famiglia di Aljafari si trasferì nel 1948, una casa incompiuta, un progetto di costruzione incompleto. L’uso dell’immobilità e dello spazio fuori campo crea un senso di sospensione, di attesa, di vite vissute altrove. L’uso sorprendente da parte di Aljafari del suo “cast”, la sua famiglia, rivela l’influenza dello stile di Bresson nel suo cinema: attori non professionisti come modelli le cui performance scaturiscono non tanto dalla recitazione, ma dalla loro stessa presenza.

 

 

7 MAGGIO 2024 – ORE 20:30 

Port of Memory

2009, 62’

Case murate, avvisi di espulsione, consumatori immobili in un bar, un eccentrico individuo che gira in scooter urlando, un’anziana malata e sua figlia incollate davanti al televisore, gatti randagi, l'ansia di una coppia dalle cupe certezze del futuro e, per finire, un cimitero affacciato sul mare e la notte che si insinua sulle terrazze. L'immagine che Kamal Aljafari ci dipinge della Giaffa palestinese è quella di una pelle che si restringe lentamente sui suoi abitanti rassegnati, schiacciati dal destino. Come se la ripetizione al rallentatore dei gesti quotidiani fosse il loro unico modo per sospendere il corso del tempo, per ritardare l’inevitabile.

 

 

8 MAGGIO 2024 – ORE 19:00

Recollection

2015, 70’

L'immagine si allarga e davanti a noi emerge un volto che era nascosto. Lo vediamo ora, pixellato. Ma i pixel non contano perché non sono una questione estetica o tecnica, ma una questione politica. In Recollection c’è la rilettura di un archivio. Aljafari trasforma l’invisibile in visibile facendo scomparire ciò che prima era protagonista. I ruoli sono invertiti: egemoni e subordinati, oppressori e oppressi, padroni e servi. Ciò che una volta era in primo piano viene cancellato e restano solo le scenografie e i passanti. Utilizzando materiale tratto da film di finzione israeliani girati a Giaffa tra gli anni ‘60 e ‘90 – tra cui quelli con Chuck Norris – il regista esegue un nuovo montaggio che, come proposto da Walter Benjamin, “interrompa” la storia e recuperi ciò che è stato ignorato; riportando quelle immagini al presente, alla luce, per lanciarle nel futuro.

 

 

8 MAGGIO 2024 – ORE 20:30 

Un Unusual Summer

2020, 80’

A seguito di un atto vandalico, il padre del regista decide di installare una telecamera di sorveglianza per registrare quanto accade davanti alla sua casa: la quotidianità familiare, i vicini che vanno al lavoro, i bambini che vanno a scuola. An Unusual Summer cattura fugaci attimi di poesia mentre, sullo sfondo, la coreografia quotidiana del quartiere arabo – che nessuno chiama il “ghetto” di Ramla – nell’attuale territorio israeliano, viene alla luce. Composto con questo materiale visivo dall’estetica a bassa definizione, finemente punteggiato da effetti sonori, Kamal Aljafari crea un diario meccanico della vita che scorre oltre la finestra e riesce con pazienza e grazia infinita a trasfigurare le immagini di un dispositivo di sicurezza in un affresco contemporaneamente personale e politico.



 

BIGLIETTI
8€ posto unico
 
prenotabili mandando una mail all'indirizzo prenotazioni.galleriatoledo@gmail.com
in vendita online su azzurroservice

 

 

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1, 8, 15 e 22 febbraio 2023 | ore 20.30

A FUOCO! 
fare cinema sotto attacco
 
A FUOCO! è una rassegna a cura di Napoli MONiTOR in collaborazione con Galleria Toledo che prevede la proiezione di quattro documentari, in lingua originale con sottotitoli in italiano, e l'incontro con i relativi registi.
I luoghi dei quattro film in programma – un campo di profughi palestinesi in Siria, un edificio in via di smantellamento a Londra, un campo di baraccati a Torino, un’area urbana a nord-est di Damasco – hanno poco in comune per storia e identità di chi vi abita. Esiste, è vero, un legame tematico fra i quattro film, ed è la condizione di assedio: un imminente pericolo minaccia le esistenze impresse nell’immagine. Forse in queste storie intravediamo un medesimo processo generale: il ciclo perverso che si nutre di macerie e ricostruzioni. Il legame interessante, tuttavia, non riguarda i contenuti più evidenti, ma le forme espressive. In questi film chi tiene la telecamera ha un rapporto familiare con i luoghi e le persone, il suo sguardo è interno agli spazi d’assedio e, soprattutto, è cosciente del proprio ruolo. Questa consapevolezza oscilla fra il desiderio di capire quel che accade e l’esigenza di intervenire sul mondo, con la speranza di proteggerlo o trasformarlo.
 

 

1 FEBBRAIO 2023 - ORE 20:30 
LITTLE PALESTINE. DIARIO DI UN ASSEDIO
di Abdallah Al-Khatib  

Libano, Francia, Qatar | Colore, 89’, 2021 | V.O. Sott. ITA
[segue discussione col regista da remoto]

 

Un diario filmato della vita quotidiana nel più grande campo profughi palestinese - Yarmouk, a Damasco, in Siria - e i suoi abitanti assediati, che hanno deciso di affrontare i bombardamenti, lo sfollamento e la fame con manifestazioni, studio, musica, amore e gioia.
 
 
 
 
 
 
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8 FEBBRAIO 2023 - ORE 20:30
ESTATE: A REVERIE
di Andrea Luka Zimmermann
United Kingdom | Colore, 83′, 2015 | V.O. Sott. ITA
[segue incontro con la regista]
 
A Londra un'intera area abitativa è distrutta nel 2014 per lasciare spazio a nuovi progetti urbanistici. Durante sette anni di riprese emergono i volti, i gesti, le voci e i sogni a occhi aperti degli abitanti di un complesso residenziale in via di demolizione.
 
 
 
 
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15 FEBBRAIO 2023 - ORE 20:30
LA VERSIONE DI JEAN
di Manuela Cencetti, Jean Diaconescu, Stella Iannitto  
Italia | 63′, 2020 | V.O. Sott. ITA
[segue incontro con i registi]
 
Nel 2015 le istituzioni di Torino sgomberano il campo di baraccati lungo la Stura. Jean, abitante del campo, racconta il suo punto di vista e riprende con il telefono la vita quotidiana degli abitanti e la violenza di funzionari pubblici e forze dell'ordine.  
 
 
 
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22 FEBBRAIO 2023 - ORE 20:30
STILL RECORDING
di Saeed Al Batal & Ghiath Ayoub
Libano, Siria, Francia, Germania, Qatar | 120′, 2018 | V.O. Sott. ITA
[segue incontro con i registi]
 
Nel 2011, Saeed e Milad decidono di lasciare Damasco per recarsi a Douma e prendere parte alla rivoluzione siriana. Filmano la vita per più di quattro anni, dall’euforia iniziale fino all’angoscia e al disincanto che si sono sedimentati nel corso del tempo.