CANDIDO O L'OTTIMISMO
tratto dal Candide, ou l'Optimisme di Voltaire
adattamento Gennaro Maresca e Fabio Casano
regia Gennaro Maresca
con Paolo Aguzzi, Michele Danubio, Alessandra D'Elia, Luciano Dell'Aglio, Elena Fattorusso
scene Rosario Squillace
disegno luci Lucio Sabatino
aiuto elettricista Luca Sabatino
assistente alla regia Flavia Francioso
"O Pangloss! grida Candido, tu non avevi pensato a questa abominevole circostanza; ed è pur cosa di fatto; bisognerà finalmente che io rinunzii al tuo ottimismo. - Che cos’è quest’ottimismo? dice Cacambo. - Ah, risponde Candido, è la maniera di sostenere che tutto va bene quando si sta male." (Candido, o dell'ottimismo)
La compagnia giovane del teatro Galleria Toledo porta in scena, con la regia di Gennaro Maresca la parabola di Candido, il migliore degli spettacoli possibili, racconto lieve di un mondo pesante, in cui ciascuno individuo è impegnato a realizzare catastrofiche azioni ai danni dei propri simili, quando non è la Natura stessa ad agire contro l'Uomo.
Una giusta scelta quella di cercare nella logica di Voltaire il punto di vista che interpreti criticamente le insensatezze e le crudeltà del proprio tempo, non differenti allora da quelle che troviamo nel racconto impietoso delle attuali testate giornalistiche. Con le incredibili traversie di un innocente in balìa di furbi lestofanti, il filosofo francese mette in evidenza problematiche sociali reali (la schiavitù e il colonialismo, il despotismo della nobiltà e del clero, la persecuzione religiosa, la condizione femminile) e descrive un preciso periodo storico (è nel 1755 che avviene il terremoto di Lisbona, così come è del 1757 la controversa esecuzione sommaria dell'ammiraglio John Byng) in cui immerge il proprio anti-eroe, ma elude i rischi di un pericoloso regime narrativo serio elaborando il tema in chiave picaresca e inverosimile, sicuramente ispirato dal Lazarillo de Tormes e dal Don Chisciotte, da Rabelais, Diderot e dalle opere dei contemporanei illuministi francesi ma indubbiamente anche dalla arguta penna di Jonathan Swift, autore di memorabili pamphlet al vetriolo e ricordato soprattutto per "I viaggi di Gulliver".
Pubblicato nel 1759, Candido, o dell'Ottimismo è un racconto fantastico immerso in un mondo reale, in cui il il deista Voltaire, veste di ridicolo il tragico per meglio osservarne le dinamiche feroci, e dove l'esercizio stilistico fa un uso beffardo della retorica filosofica nelle sue diverse correnti di pensiero.
Voltaire è precursore di altri memorabili personaggi che hanno animato la scena letteraria successiva con le proprie disavventure, Rocambole, Cyrano, Munchausen, ma tra questi Papà Ubu di Jarry è certamente l'epigone più affine per il crudo sarcasmo delle iperboli e per la costante critica, che punta l'indice contro l'ottusità e la cattiveria del potere. L'uso del ridicolo e del candore derisorio dell'innocenza sono la ricetta di Voltaire contro l'ipocrisia della società del danaro e delle caste governanti, dove la sola soluzione contro tutti i rovesci di fortuna è affidata alla coltivazione di un orto quale metafora contro i tre mali dell'esistenza terrena "la noja, il vizio, il bisogno" e unica possibilità effettiva di resistenza umana. (Lavinia D'Elia)