LA BISBETICA DOMATA (2013)

 

LA BISBETICA DOMATA

da William Shakespeare

drammaturgia e regia Laura Angiulli
con
Giovanni Battaglia, Alessandra D’Elia, Francesca Florio, Massimiliano Gallo, Roberto Giordano, Stefano Jotti, Antonio Marfella
impianto scenico Rosario Squillace
luci Cesare Accetta

 

Al centro il travestimento e lo scambio dei ruoli.
Il meccanismo del "teatro nel teatro" è condotto dichiaratamente, così come si annuncia già in apertura d'opera, quando la bizzarria di un signore al ritorno dalla battuta di caccia spinge a prendersi gioco di un cencioso e ubriaco Sly, di punto in bianco fatto credere a se stesso ricco e potente, per il solo piacere della burla. 

Il gioco proposto agli attori è lieve come la credulità e bonarietà del vecchio Battista, padre di Caterina e Bianca, che nell'evidente disponibilità ad accasare le belle figlie si lascia prendere nel meccanismo di innamorati; tutt'intorno la diabolica Caterina e Petruccio, ma appena un gradino più in basso Bianca e i suoi pretendenti - un complesso intrecciarsi di travestimenti che si fanno e si disfano in un batter d'occhio e rafforzano la trama col fare da struttura di tenuta alla vicenda dei due sposi. 
La storia è nota, ma a bene intendere l'opera presenta uno sviluppo di grande intensità, tra le figure di contorno che tanto richiamano le maschere dello stesso teatro italiano e la malizia dei servi fra i quali il brillantissimo Grumio. 
Assume corporeità e presenza di tutta verità la deliziosa Caterina, traboccante di vita, dapprima aggressiva e violenta nella difesa di un "essere donna" fuori dalla norma e, in seguito, capace di amare, desiderare e condurre i fatti con mutevole gamma di espressioni emotive. Essa infatti non domata, ma resa scaltra dalle necessità del caso, offrirà strategicamente al suo Petruccio, dal quale è veramente attratta, una solo apparente volontà di sottomissione suggerita dall'opportunità, e soprattutto dalle regole concordate nella convenzione amorosa ed erotica della coppia, per il miglior profitto della vita coniugale.
C'è giovinezza e modernità mentre tutt'intorno uno scenario dichiaratamente teatrale, in qualche modo stentoreo, tutto sommato di maniera, fa da sfondo, opaco perché così concepito, allo splendore dei protagonisti esposti a luce piena nella centralità dell'opera.