ARCHIVIO STAGIONI

 

LUCY E LE ALTRE

da Philip Roth

drammaturgia e regia Laura Angiulli

 

con
Paolo Aguzzi, Federica Aiello, Giovanni Battaglia, Luciano Dell’Aglio, Alessandra
D’Elia, Carlo Di Maio, Fabiana Fazio, Gennaro Maresca, Antonio Marfella, Caterina
Pontrandolfo, Caterina Spadaro, Fabiana Spinosa progetto luci Cesare Accetta

impianto scenico Rosario Squillace
con la partecipazione degli allievi del biennio di scenografia teatrale dell’Accademia di Belle Arti di Napoli
illuminotecnica Lucio Sabatino, Luca Sabatino
assistente Martina Gallo
aiuto macchinista Saman Munasinha Mudiyanselage
direttore di scena Clelio Alfinito
collaborazione alla ricostruzione storica Lavinia D’Elia
foto di Anna Camerlingo 

amministrazione Nicola Castaldo
segreteria Anna Fiorile. Roberta Tamburrelli
comunicazione Lorenza Pensato
collaborazione alla ricostruzione storica Lavinia D'Elia
una produzione Il Teatro Stabile Innovazione Galleria Toledo

 

Nella sterminata produzione di Philip Roth - autore americano di derivazione ebrea - la figura femminile compare solitamente in posizione marginale, o comunque di complemento all'ossessione del personaggio protagonista/Roth/Zuckerman di volta in volta posto a figura portante delle singole opere, e che di ogni opera è comunque centro per la manifestazione di una maniacale, compulsiva necessità di autorappresentazione.

Ma nella Lucy di "QUANDO LEI ERA BUONA", figura "femminile" che è fulcro in questa occasione, si disegna un profilo umano di sorprendente densità letteraria con ricadute drammatiche di folgorazione assolutamente abbagliante; un'essenza, " qualcosa del supereroe senza i poteri", non lontana dalla materia oscura di shakespeariana memoria.

"Una grande, poderosa tragedia terribile come la vita", ebbe a scrivere Stanley Elkin a proposito di quest'opera; eppure gli spunti di quieta banalità non mancano, perché questo romanzo proprio come la vita è tanto "normale" quanto terrorizzante, e i personaggi si definiscono nell'espressione di sentimenti condotti in un percorso emotivo sconnesso, nel cui scorrere tutto quanto viene lasciato affiorare è continuamente soffocato da impulsi di opposta natura; un farsi che continuamente nega se stesso tra desideri e rifiuti, anelito alla "bontà" e ferocia, aspirazione al successo, desiderio - anche potente - di vita, e morte. All'apparenza una storia tutta americana fra quegli immigrati che in qualche modo ce l'hanno fatta, talvolta anche bene per quello che appare, eppure nel tracciato delle contraddizioni e delle violenze che vi si rappresentano, i confini territoriali, e di valore dell'esistenza per quello che è di più profondo, si dilatano a un'evidente universalità, tanto da lasciare ipotizzare una più ampia collocazione della pièce in una decontestualizzata lettura di confronti.

 

INGANNO

Lei è oppressa da un matrimonio umiliante, Lui è uno scrittore di mezza età: sono gli amanti osservati nello sviluppo di un fluente articolato dialogico al seguito di amplessi amorosi, dove tutto dice l'assenza di felicità.

Il parlare serrato, scherzoso e ironico, si concretizza in uno spaccato di sostanziale

drammaticità, e nell'intima conduzione adulterina si aprono squarci per l'osservazione di una realtà senza prospettive; vite umilianti per compromessi al limite dell'accettazione. L'opera dice tutto di un vuoto esistenziale senza rimedio, e che s'accompagna a un senso di malintesa liberalità, nella distrazione dai ruoli e dai vincoli istituzionali, d' inefficacia di sentimenti forse presenti ma comunque negati , nell'illusione dell' andare avanti comunque... Ma tutto sommato, anche in questo caso, l'indicazione geografica non vincola, perché le dinamiche sentimentali volte al negativo, la difficoltà di gestione della vita e dei rapporti si definiscono con ricorrenza in ogni cultura, e in ogni dove. Infine per un autobiografismo forse non solo letterario, s'affaccia alle pagine il personaggio-autore, con accattivante ipotesi di presenza per una schizofrenia tutta da indagare fra scrittura e evento reale, fra autore e personaggio, fra parola detta e parola scritta, in definitiva fra arte e vita.

 

In PASTORALE AMERICANA, infine, tra le opere più note dell'autore, in un contesto anni '70 animato dalla prospera borghesia americana emerge la figura di Merry , giovanissima ragazza offerta al totale sacrificio di sé negli orrori di un Vietnam in fiamme, di un'America flagellata dal più sanguinoso terrorismo.. Né pace né possibile redenzione; anche in questo caso non restano che l'orrore di vite distrutte e la sconfitta per tutti, co presagio d'incontenibili ricadute drammatiche.

 

 
Lo spettacolo si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti-Covid con obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della rappresentazione.
Sarà possibile entrare in sala solo se in possesso di green pass secondo le disposizioni del decreto legge 23 luglio 2021 n. 105 e salvo le eccezioni previste dalla normativa vigente e debitamente documentate.

 

ORARI
infrasettimanale ore 20.30
domenica ore 18.00
lunedì 25 ottobre riposo
giovedì 28 ottobre matinée ore 11.00

 

BIGLIETTI

18€ intero
15€ ridotto convenzionati / over 65
12€ ridotto under 30 e carta Feltrinelli/Ubik

 

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