da Otello, Macbeth, Riccardo III
di William Shakespeare
drammaturgia e regia Laura Angiulli
produzione Napoli Teatro Festival Italia in coproduzione con Il Teatro coop. produzioni
disegno luci Cesare Accetta
scenografia Rosario Squillace
collaboratori scenografi Mauro Rea, Renato Esposito
musiche originali Rino Alfieri
montaggio video Diego Liguori
assistenti alla regia Anna Maisto, Flavia Francioso
responsabile tecnico Luigi Agliarulo
ufficio promozione Rosaria Manzo
ufficio relazioni Susy Alaimo
segreteria Simona Iandoli
si ringrazia
registrazioni audio Massimo d’Avanzo
realizzazione video Max Pacifico
foto Marco Ghidelli
esecuzione strutture in ferro Ciro Stecca
attrezzeria e costumi d’epoca teatro di San Carlo, legacoop campania
noleggio film video store di Abenante Pasquale
Uno spaccato del mondo shakespeariano attraverso la contemporanea rappresentazione delle opere citate nel titolo, secondo un respiro drammatico cadenzato conformemente alla volontà di conservare le diverse sfumature di elaborazione drammaturgica e lo sviluppo dei racconti scenici. Tema di fondo – quello che ha suggerito la materia stessa dello spettacolo – è il “male” quale luogo interiore, non definita essenza nelle manifestazioni dell’essere, quanto elemento di variabili umori e ricadute etiche, così come d’altra parte se ne richiama il concetto, con non sempre concordi enunciazioni, in ambiti di differente filosofia: dualità dell’essere, lotta fra opposti principi nell’insanabile dissidio proprio dell’essere stesso; divinità e anti-divinità, contrasto luce/tenebre; oscura brama, inconscio desiderio di uscire dall’oscurità; sdoppiamento della coscienza umana… Le variazioni accompagnano con motivazioni, implicazioni, umori di diversa natura la rappresentazione di quest’ elemento anche nello sviluppo di Otello, Macbeth e Riccardo III, ritagliando nelle pieghe di tre personalità di differenti ispirazioni un affresco quanto mai ricco di suggestioni e riferimenti, afferenti a tipologie e attitudini comportamentali di nature dai tratti non condivisi. La materia poetica di Shakespeare è una miniera di suggestioni; continue sollecitazioni si propongono a creare sviluppo narrativo. Nello spettacolo, un mondo che si affolla di figure spesso disorientate, generalmente giovani, fragili, bagnate da un’oscurità talvolta inconsapevole. Così, alla proterva presenza di Iago, si contrappone l’inadeguatezza di un Otello nerissimo, esangue, esanime, che proprio in quanto tale soccombe all’insana suggestione di colui che ne ispira le scelte. Parimenti Macbeth è soggiogato proprio dalla giovane ambizione e dalla suggestione di una non meno azzardata compagna, e si solleva il sospetto che a una più attenta e matura valutazione dei fatti avrebbe forse fatto riscontro, negli sposi sanguinari, un più assennato orientarsi della vicenda. Riccardo, infine, quasi giullare di se stesso. In continuo gioco con una deformità che ne irrigidisce gli atti, e la difficoltà nel concedersi a schemi interpretativi che lo definisca in contenuti di sobria presenza. Diciamo pure un malefico fool. Tutt’intorno un affresco che tenta di assecondare con credibile presenza, talvolta cedendo alle sollecitazioni di protagonismi sostenuti dalla coralità stessa dell’impianto. Di rilevante significato il piano visivo, disegnato dagli elementi scenici di Rosario Squillace e dalle audaci luci di Cesare Accetta
Laura Angiulli
RICCARDO III
Giovanni Battaglia Riccardo, Duca di Gloucester
Milvia Marigliano Regina Margherita
Antonio Parascandolo Principe Edward
Carmen di Marzo Lady Anne
Fernando Siciliano George, Duca di Clarence
Francesco Ruotolo Cardinale
Gennaro di Colandrea Catesby
Iolanda Piazza Duchessa di York
Irene Grasso piccolo Duca di York / figlia di Clarence
Ivano Schiavi Duca di Buckingham
Luca di Tommaso conte di Derby
Lucia Rocco Regina Elisabetta
Michele Danubio lord Hastings
Il dramma ha inizio con un monologo in cui Riccardo rivela tutta la propria invidia – descrivendosi come «plasmato da rozzi stampi e deforme, monco» – e ambizione in quanto suo fratello Edoardo regna sul paese con successo. Qui inizia il diabolico piano di Riccardo per raggiungere il potere. Con uno stratagemma, riesce a far rinchiudere il fratello George, che lo precede come erede al trono, nella Torre di Londra per il sospetto di omicidio; poi prende in moglie Lady Anne, la vedova di un Lancaster che egli stesso ha ucciso. Tra una manovra e l’altra, non dimentica di mostrarsi di fronte ai signori di corte come un uomo devoto e modesto, senza alcuna pretesa di grandezza, riuscendo così a convincerli a sceglierlo come successore al trono di Edoardo IV. Una volta intravista la possibilità di accedere alla corona, Riccardo assassina chiunque ostacoli la sua scalata al potere, inclusi Lord Hastings, il giovane principe Edward, il suo precedente alleato Buckingham e addirittura sua moglie. Tuttavia la corte inizia ad avere dei sospetti e Riccardo comincia a perdere consensi. Egli si trova quindi ad affrontare il conte di Richmond, Enrico VII d’Inghilterra, nella battaglia di Bosworth Field. La notte prima della battaglia, Riccardo ode i lamenti dei fantasmi delle persone che ha ucciso che urlano «Dispera e muori!»
MACHBET
Alessandra d’Elia Lady Macbeth
Mirko Soldano Macbeth
Antonio Parascandolo Ross
Antonio Pennarella Macduff
Francesco Ruotolo medico
Gennaro di Colandrea Banquo
Alessandra d’Elia voci streghe
Al ritorno da una vittoriosa battaglia, i generali del re di Scozia, Macbeth e Banquo, incontrano tre streghe che predicono, al primo, che diventerà signore di Cawdor ed in seguito re; al secondo, che, senza mai sedere sul trono, genererà dei sovrani. Divenuto signore di Cawdor, Macbeth si confida con la moglie, la quale lo esorta a liberarsi degli scrupoli e a fare in modo che anche la seconda parte della profezia si avveri. Approfittando della presenza di Duncan – il re di Scozia – nel proprio castello, Macbeth lo uccide, incolpando due servi, che vengono subito giustiziati. Macbeth viene incoronato re in seguito alla fuga dei figli di Duncan. Per impedire TRILOGIA DEL MALE demand me nothing; what you know, you know PRIMA ASSOLUTA paese italia lingua italiano date 22, 23, 24, 25 settembre orario 20.30 durata 3h luogo teatro san ferdinando, piazza eduardo de filippo 20 che s’avveri la seconda parte della profezia – ovvero che i figli di Banquo diventino sovrani – Macbeth assolda due sicari con l’ordine di uccidere l’amico e suo figlio Fleance, che tuttavia riesce a fuggire. Perseguitato dallo spettro di Banquo, Macbeth consulta le streghe, che gli dicono: «Guardati da Macduff!», «Nessuno nato da donna potrà far danno a Macbeth» e «Macbeth non verrà mai sconfitto finché il grande bosco di Birnam non avanzi verso l’alto colle di Dunsinane contro di lui». Terrorizzato dalle profezie, Macbeth fa uccidere la moglie e i figli di Macduff, che si è unito a Malcolm per radunare un esercito in Inghilterra. Nel frattempo, in preda al delirio, Lady Macbeth si uccide. Mascherandosi dietro i rami strappati alla foresta di Birnam, l’esercito di Malcolm e Macduff assale il castello di Macbeth.
OTELLO
Stefano Jotti Iago
Alassane Dou Lou Gou Otello
Antonio Parascandolo giovane marinaio
Francesco Ruotolo Brabanzio
Iolanda piazza Emilia
Irene Grasso Desdemona
Luca di Tommaso Cassio
Michele Danubio roderigo
Otello è un generale musulmano al servizio della repubblica veneta, al quale è stato affidato il compito di comandare l’esercito veneziano contro i turchi nell’isola di Cipro. Otello parte così da Venezia in compagnia del luogotenente Cassio, e seguito, di lì a breve, dalla moglie Desdemona (sposata dal Moro in segreto) e da Iago ed Emilia. Una volta ritrovatisi a Cipro, Iago cerca in ogni modo di screditare Cassio agli occhi di Otello facendo leva sulla nota gelosia del Moro. Con l’inconsapevole complicità della moglie Emilia, Iago fa arrivare un prezioso fazzoletto di Desdemona tra le mani di Cassio, instillando il dubbio del tradimento della moglie nella mente di Otello. I dialoghi serrati tra Iago e Otello costituiscono la parte centrale del dramma che, in breve, sfocia nella furia cieca del Moro. Otello uccide Desdemona nel letto nuziale, travolto dalla gelosia. Nell’epilogo, Emilia rivela che il tradimento di Desdemona era soltanto una macchinazione del marito Iago, il quale la uccide. Otello, distrutto dal rimorso, si toglie la vita.