CINEMA

 

IL TEMPO DELLA FESTA  radici sono gambe

IL TEMPO DELLA FESTA radici sono gambe

martedì 12 e martedì 19 dicembre

Alla seconda edizione dopo quella del 2022 dedicata a cinema corpi rivolte, Il tempo della festa si presenta come azione creativa che intende la cultura del territorio come proliferazione di accoglienze, come storie di passaggio, di transito nomadico.

Il perimetro semantico dell’Altrove rievoca l’evoluzione concettuale dei confini, caratterizzata da cambiamenti rilevanti negli ultimi decenni. Il cinema è, in questo, strumento privilegiato per un ripensamento critico delle relazioni tra territori, cittadinanze, forme di potere, identità, generi e confini, in epoca di globalizzazione e flussi transnazionali.

Lungo questi confini transitano corpi fragili che si avventurano in spazi spesso insidiosi, inospitali, portando con sé bagagli di desideri, saperi, culture: se i natali sono radici, queste radici sono gambe, disegnano nuove geografie, e il movimento che producono sfida i muri, connette punti di vista diversi, invita ad alzare lo sguardo verso orizzonti più ampi.

Da queste premesse emerge una rassegna che rivendica uno sguardo strabico e allo stesso tempo caleidoscopico, capace di cogliere contemporaneamente le configurazioni assunte dal confine a piccola e a grande scala, globalmente e localmente, tenendo conto non solo delle “grandi storie”, ma anche delle “piccole storie”. Uno sguardo rivolto sia alle radici geografico-territoriali che a quelle sociali e culturali, nonché alle loro interazioni visibili e nascoste.

 

Il tempo della festa del Natale 2023 ospita dunque film provenienti da un ampio ventaglio di comunità (territoriali, politiche, di genere), attraversando corpi e tradizioni: come Summer Within, di e con Summer Minerva, artista italo-americana che in un viaggio a Napoli riscopre e “rigenera”, da transgender, l’antico antenato di questo, il femminiello; o come il grande classico del cinema queer Un anno con tredici lune di Rainer Werner Fassbinder, in collaborazione con il Goethe-Institut.

E ancora, opere sui confini geografici e il loro difficile attraversamento: Tori e Lokita, ultimo lavoro dei fratelli Dardenne; il palestinese Intervento divino del visionario Elia Suleiman; l’acclamato Disco Boy (Orso d’argento a Berlino 2023) di Giacomo Abbruzzese; e un’altra storia dai margini e sul margine, Wendy e Lucy, della statunitense Kelly Reichardt, viaggio attraverso gli USA della crisi del 2008.

Infine con il Galileo di Joseph Losey (dall’opera di Brecht), e con la performance Brecht in Palestina ad esso ispirata, l’obiettivo è quello di invitarci a spingere gli occhi oltre i limiti dell’orizzonte e volgere finalmente lo sguardo allo smisurato.



 

Programma

 

Martedì 12/12/23

Galleria Toledo

Ore 17:30
Proiezione di WENDY E LUCY (Wendy and Lucy, USA 2008, 80’) di Kelly Reichardt

Ore 19
Proiezione di SUMMER WITHIN (USA/Italia 2019, 83’) di Adam Golub e Summer Minerva
A seguire
Incontro CINEMA E GENDER: Isabella Pinto in dialogo con Salvatore Iervolino, introduce Gaia Del Giudice

Ore 21:15
Proiezione di UN ANNO CON 13 LUNE (In einem Jahr mit 13 Monden, Germania 1978, 124’) di Rainer W. Fassbinder
Introduce Johanna Wand (Goethe-Institut di Napoli)

 

 

Martedì 19/12/23

Galleria Toledo

Ore 18

Proiezione di TORI E LOKITA (Tori et Lokita, Belgio/Francia 2022, 88’) di Jean-Pierre e Luc Dardenne
A seguire
Incontro BORDERSCAPES: Margherita D’Andrea in dialogo con Gaia Del Giudice, introduce Armando Andria

Ore 20:30

Proiezione di DISCO BOY (Italia/Francia/Belgio/Polonia 2023, 91’) di Giacomo Abbruzzese
A seguire
Incontro FILMARE IL MARGINE: Morr Ndiaye (protagonista di Disco Boy) in dialogo con Salvatore Iervolino, introduce Andrea de Goyzueta

 

 

Martedì 26/12/23

Auditorium Novecento

Ore 18
Proiezione di INTERVENTO DIVINO (Yadon ilaheyya, Palestina/Francia/Germania/Marocco, 2002, 100’) di Elia Suleiman

Ore 20
Lettura-spettacolo BRECHT IN PALESTINA di Andrea De Goyzueta, sonorizzazione Fabrizio Elvetico

Ore 21
Proiezione di GALILEO (Regno Unito/Stati Uniti 1975, 145’) di Joseph Losey