mercoledì 21 luglio ore 20.30 - VILLA PIGNATELLI
VIDEODROME (Videodrome)
regia David Cronenberg
Canada – 1983 - Colore – 89 min.
Introduce Emiliano Chirchiano, docente di Fenomenologia dei media presso l'accademia di Belle Arti di Napoli
Mercoledì 21 luglio, Videodrome - che vede protagonisti James Woods e la cantante dei Blondie, Debbie Harry - ci conduce nell’arena di un contemporaneo distopico, che preannuncia, quale l’incubo incombente, l’unione del corpo umano con il corpo meccanico della macchina, metamorfosi dell’organismo biologico in nuova forma mutante.
Il film, presentato nel 1983, concentra l’attenzione sull’oggetto mass-mediatico più diffuso nelle case di tutti i continenti, il televisore, certamente l’elettrodomestico di maggior successo del ventesimo secolo. Negli Stati Uniti, oltre alla Tv terrestre, dagli anni ‘60 è largamente diffusa anche la trasmissione televisiva via cavo, fruita soprattutto a livello locale, con palinsesti spesso specializzati in argomenti specifici; in questa vastissima e intricata rete trovano spazio le voci più disparate, da quelle dei televenditori della programmazione commerciale a quelle dei predicatori di chiese e confessioni di varia concezione, e, non ultimi, i contenuti pornografici delle emittenti a tematica sessuale, attorno ai quali David Cronenberg costruisce la sua sceneggiatura.
“The media is the message” afferma Marshall McLuhan, e, con questa prospettiva il monoscopio di Cronenberg, mostro catodico, rompe letteralmente il diaframma e si affaccia nell’ambiente dello spettatore attraverso il varco deformato dello schermo al fosforo, mettendo in comunicazione la realtà ordinaria con l’inquietante ambito del sesso ossessionante e assassino, luogo oscuro di mutazioni sensoriali, dove la visione stessa è contaminazione irreversibile.
Nel film, l’utilizzo dell’oggetto-televisore, che catalizza attraverso il senso della vista, fonde la sessualità con la patologia che invade il corpo dello spettatore e ,assieme, diviene anche premonitore di un inferno attuale frequentato in clandestinità, virtuale e esistente, qual è il dark web del secondo millennio. Profondamente pasoliniano e buñueliano, il regista canadese carica in una nuova genesi gli elementi minacciosi del suo racconto di violenza e malattia, dove l’algoritmo è il veicolo del veleno e l’elettrodomestico CATV la sua estensione, protesi pixelata, con cui esso si diffonde - grazie all’”effetto osservatore” - nel corpus della comunità telespettatrice del Grande Inganno.
PRENOTAZIONE CONSIGLIATA
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[i biglietti prenotati saranno acquistati ad apertura del botteghino, la sera stessa dell'evento]