Il libero pensatore Lennon sperimenta laddove trova strade nuove da esplorare, in una ricerca che lo condurrà l'anno successivo a meditare le vastità della mente nell'ashram indiano del Maharishi Mahesh, fino all'incontro con Yoko Ono, performer concettuale e esponente del movimento d'avanguardia Fluxus. E' dunque evidente anche l'impegno di ambasciatore di pace in chiave nonsense, stile di cui aveva dato brillante prova nei volumetti In His Own Write e A Spaniard in the Works. La firma di How I Won the War è del regista statunitense, oggi novantunenne, Richard Lester, molto attivo nella Swinging London e già realizzatore dei primi due film del quartetto di Liverpool, A Hard Day's Night e Help!. Accomunati dal senso dell'assurdo, Lennon e Lester costruiscono una formula antimilitarista surreale che condanna unilateralmente la guerra, e ridicolizza modi e ragioni dei guerrafondai di ogni tipo e paese.